Il diret­to­re pro­vin­cia­le Lom­bar­di chie­de tavo­lo di cri­si e pia­no di ricon­ver­sio­ne degli impian­ti olivicoli

Con­fa­gri­col­tu­ra: olio al ‑70/90%, uli­ve­ti abban­do­na­ti e usa­ti come disca­ri­che, l’olivicoltura pisto­ie­se è al collasso

Il fran­to­io del­la coop. PAM, a cui con­fe­ri­sco­no qua­si 700 soci oli­vi­col­to­ri, regi­stra un calo da 16 mila a 2 mila quin­ta­li di oli­ve (-87,5% sul 2020) con l’unica con­so­la­zio­ne del­la resa (18%) del­le poche oli­ve e dell’ottima qua­li­tà dell’olio. Il tito­la­re di Ager Oli­va, che recu­pe­ra uli­ve­ti tra­mi­te un siste­ma di ado­zio­ne a distan­za, par­la di 4 milio­ni di oli­vi abban­do­na­ti in Tosca­na e chie­de sov­ven­zio­ni per il recu­pe­ro; neces­sa­ri anche aiu­ti per la rea­liz­za­zio­ne di impian­ti di irrigazione.

«Pro­du­zio­ne di olio crol­la­ta tra il ‑70% e il ‑90% rispet­to all’anno scor­so a livel­lo pro­vin­cia­le, a secon­da del­le sti­me. Oli­ve non rac­col­te e oli­ve­ti abban­do­na­ti, alcu­ni addi­rit­tu­ra usa­ti come disca­ri­che, come si è appre­so oggi. L’olivicoltura in pro­vin­cia di Pisto­ia è al collasso».
A denun­cia­re lo sta­to di cri­si è il diret­to­re di Con­fa­gri­col­tu­ra Pisto­ia Danie­le Lom­bar­di che lan­cia un appel­lo agli ope­ra­to­ri del­la filie­ra oli­vi­co­la e alle isti­tu­zio­ni: «ci vuo­le un tavo­lo di cri­si di filie­ra per affron­ta­re la situa­zio­ne e pre­di­spor­re aiu­ti e in par­ti­co­la­re un pia­no di ricon­ver­sio­ne degli impian­ti oli­vi­co­li». «E’ vero infat­ti – argo­men­ta Lom­bar­di — che fra le cau­se di que­sto crol­lo pro­dut­ti­vo ci sono gli even­ti cli­ma­ti­ci. Ma intan­to non si trat­ta solo di oli­ve non rac­col­te quest’anno ben­sì anche di oli­ve­ti abban­do­na­ti da anni e poi per­ché dove gli oli­ve­ti sono nuo­vi e ben tenu­ti i dan­ni sono minori».
Il gri­do di allar­me del diret­to­re di Con­fa­gri­col­tu­ra Pisto­ia arri­va dopo una veri­fi­ca del­la situa­zio­ne con due soci del­la Con­fe­de­ra­zio­ne impe­gna­ti in due seg­men­ti distin­ti del­la filie­ra oli­vi­co­la e ben posi­zio­na­ti per ave­re il pol­so esat­to del­la situa­zio­ne. Innan­zi tut­to, riguar­do alla pro­du­zio­ne olea­ria, con Ric­car­do Pre­tel­li, oli­vi­col­to­re che è con­si­glie­re pro­vin­cia­le di Con­fa­gri­col­tu­ra, ma soprat­tut­to pre­si­den­te del­la coo­pe­ra­ti­va Pro­dut­to­ri Agri­co­li Mon­tal­ba­no (PAM) di Quar­ra­ta, nel cui fran­to­io por­ta­no a fran­ge­re le oli­ve qua­si 700 soci pro­dut­to­ri. Il dato di quest’anno è disa­stro­so: «per la nostra coo­pe­ra­ti­va in oltre 40 anni è l’annata peg­gio­re, peg­gio che nel 2003 quan­do furo­no 3 mila quin­ta­li di oli­ve con­fe­ri­te: quest’anno sia­mo a 2 mila, men­tre l’anno scor­so era­no 16 mila. Da due set­ti­ma­ne il nostro fran­to­io lavo­ra con solo una del­le due mac­chi­ne e a gior­ni alter­ni». Un crol­lo pari a ‑87,5%. Peg­gio­re del­le sti­me di altre real­tà del pisto­ie­se, che Pre­tel­li pro­iet­ta a livel­lo pro­vin­cia­le. «La situa­zio­ne è tra­gi­ca in tut­ta la pro­vin­cia – dice -. Tan­te azien­de non han­no rac­col­to nem­me­no per­ché non meri­ta­va e han­no lascia­to il rac­col­to in cam­po per non spen­de­re di mano­do­pe­ra. Altri non ave­va­no nul­la, se si pen­sa a Casal­gui­di e Lar­cia­no, dove c’stata una gran­di­na­ta e con quel­la è anda­to via quel poco. A Quar­ra­ta azien­de con 4 mila oli­vi han­no por­ta­to un cen­ti­na­io di quin­ta­li (1/4 del soli­to). Sopra Pisto­ia, dal Giac­che­ri­no fino a Mon­ta­le, lì pro­prio nul­la. A Pescia un po’ meglio. Però nel Livor­ne­se e a Gros­se­to in cer­te zone è sta­ta anna­ta pie­na, mi han­no det­to dei soci che han­no oli­ve­ti pure là». Uni­ca con­so­la­zio­ne: «la qua­li­tà dell’olio è buo­na, l’olio che abbia­mo fran­to è abba­stan­za pro­fu­ma­to e con la giu­sta dose di pic­can­tez­za e ama­ro. Inol­tre le rese era­no già a 18%, men­tre l’anno scor­so il mas­si­mo è sta­to 15% a dicem­bre. For­se per le piog­ge di set­tem­bre che han­no favo­ri­to la cre­sci­ta del­la polpa».
Non può fare con­fron­ti sul­la pro­du­zio­ne olea­ria Tom­ma­so Dami, tito­la­re di Ager Oli­va, star­tup asso­cia­ta a Con­fa­gri­col­tu­ra Pisto­ia che recu­pe­ra oli­ve­ti abban­do­na­ti tra­mi­te un siste­ma di ado­zio­ne degli uli­vi a distan­za a pri­va­ti e azien­de, per­ché, spie­ga, «noi sia­mo aper­ti dal 2021 e gli oli­ve­ti che gestia­mo non han­no i dati dell’anno scor­so». Ma Dami ha una cono­scen­za appro­fon­di­ta del­le con­di­zio­ni in cui ver­sa­no gli oli­ve­ti del­la nostra regio­ne: «in Tosca­na sono 4 milio­ni gli uli­vi abban­do­na­ti e noi ne abbia­mo adot­ta­ti 1200 in otto mesi di atti­vi­tà». Nel­le uli­ve­te abban­do­na­te, spie­ga Dami, «le pian­te, che sono spes­so rico­per­te di ede­ra, pru­ni e altre pian­te infe­stan­ti, han­no sof­fer­to la man­can­za di nutri­men­ti natu­ra­li e malat­tie foglia­ri. E si è sen­ti­ta mol­to in gene­ra­le la man­can­za d’irrigazione in esta­te». Il lavo­ro da fare è immen­so per risol­ve­re l’emergenza e Dami pro­po­ne che «que­sti recu­pe­ri straor­di­na­ri di oli­ve­ti ven­ga­no sov­ven­zio­na­ti da fon­di pub­bli­ci, natu­ral­men­te solo a fron­te di veri­fi­che e docu­men­ta­zio­ni pun­tua­li del­lo sta­to degli impian­ti pri­ma e dopo il recu­pe­ro». Per Dami sono neces­sa­ri anche aiu­ti per la rea­liz­za­zio­ne di impian­ti di irrigazione.