Alme­no una del­le atti­vi­tà dell’azienda agri­co­la deve esse­re ricon­du­ci­bi­le a un codi­ce Ate­co indi­ca­to nei decre­ti, ma vie­ne rico­no­sciu­ta l’intera con­tri­bu­zio­ne azien­da­le. Ele­va­to a 225 mila euro il limi­te mas­si­mo degli aiu­ti per un’impresa.

Con­fa­gri­col­tu­ra sod­di­sfat­ta per l’emanazione da par­te dell’Inps del­le istru­zio­ni ope­ra­ti­ve per acce­de­re all’esonero straor­di­na­rio dei con­tri­bu­ti pre­vi­den­zia­li ed assi­sten­zia­li dovu­ti per il perio­do dal 1° gen­na­io al 30 giu­gno 2020.

L’esonero riguar­da i dato­ri di lavo­ro del­le impre­se appar­te­nen­ti alle filie­re agri­tu­ri­sti­che, api­sti­che, bras­si­co­le, cerea­li­co­le, flo­ro­vi­vai­sti­che, viti­vi­ni­co­le non­ché dell’allevamento, dell’ippicoltura, del­la pesca e dell’acquacoltura, che svol­go­no le atti­vi­tà iden­ti­fi­ca­te dai codi­ci ATECO indi­ca­ti nei decre­ti mini­ste­ria­li 15/09/2020 e 10/12/2020. Final­men­te, per far fron­te alle dif­fi­col­tà cau­sa­te dal­la lun­ga pan­de­mia, si ren­de attua­bi­le una impor­tan­te misu­ra a soste­gno al set­to­re agri­co­lo, gra­zie anche a un ingen­te stan­zia­men­to di risor­se pari a qua­si 500 milio­ni di euro.

La doman­da deve esse­re pre­sen­ta­ta entro il 12 mag­gio. La cir­co­la­re INPS pre­ci­sa anche che, per otte­ne­re l’esonero, è suf­fi­cien­te che alme­no una del­le atti­vi­tà svol­te, anche non in via prin­ci­pa­le, sia ricon­du­ci­bi­le ad un codi­ce ATECO indi­ca­to dai decre­ti mini­ste­ria­li. In tal caso la misu­ra vie­ne rico­no­sciu­ta per la con­tri­bu­zio­ne dell’intera posi­zio­ne con­tri­bu­ti­va dell’azienda, non solo per quel­la che rien­tra nei codi­ci. L’INPS ha quin­di con­di­vi­so la nostra tesi inter­pre­ta­ti­va pren­den­do atto che l’agricoltura moder­na è sem­pre più carat­te­riz­za­ta dal­la mul­ti­fun­zio­na­li­tà e che in tale con­te­sto diven­ta dif­fi­ci­le indi­vi­dua­re qua­le sia l’attività prin­ci­pa­le eser­ci­ta­ta dall’impresa agricola.

Que­sto prov­ve­di­men­to atte­nua in par­te le dif­fi­col­tà di impre­se e lavo­ra­to­ri, anche se pre­oc­cu­pa­no i tem­pi stret­ti per la doman­da (nem­me­no 30 gior­ni) e l’obbligo di comu­ni­ca­re gli aiu­ti per­ce­pi­ti o richie­sti che rien­tra­no nel “Qua­dro tem­po­ra­neo per le misu­re di aiu­to di Sta­to a soste­gno dell’economia nell’attuale emer­gen­za del COVID”, vista la com­ples­si­tà, lacu­no­si­tà ed ete­ro­ge­nei­tà del­la nor­ma­ti­va di riferimento.

Infi­ne il limi­te indi­vi­dua­le a que­sti aiu­ti pre­vi­sti dal “Qua­dro Tem­po­ra­neo” per le impre­se ope­ran­ti nel set­to­re pri­ma­rio del­la pro­du­zio­ne agri­co­la, anche se è sta­to recen­te­men­te ele­va­to a 225.000 euro, rima­ne comun­que un pos­si­bi­le osta­co­lo per le impre­se più strut­tu­ra­te e con mag­gio­re cari­co di manodopera.