Nuo­va cir­co­la­re inter­mi­ni­ste­ria­le di aggior­na­men­to del­le istru­zio­ni per pre­ve­ni­re i con­ta­gi. Neces­sa­rio il coin­vol­gi­men­to del medi­co com­pe­ten­te per l’identificazione dei sog­get­ti “fra­gi­li”.

Il Mini­ste­ro del Lavo­ro e quel­lo del­la Sani­tà, il 4 set­tem­bre u.s., han­no ema­na­to con­giun­ta­men­te la Cir­co­la­re n.13 con la qua­le sono sta­te aggior­na­te le istru­zio­ni per la pre­ven­zio­ne ed il con­te­ni­men­to dell’epidemia da COVID- 19 negli ambien­ti di lavo­ro, con par­ti­co­la­re rife­ri­men­to alle fun­zio­ni del MEDICO AZIENDALE COMPETENTE, per sup­por­ta­re il dato­re di lavo­ro nel­la fase di ripar­ten­za del­le atti­vi­tà eco­no­mi­che, in fun­zio­ne del­le dina­mi­che dell’andamento dell’epidemia.
La cir­co­la­re, par­ten­do dal Pro­to­col­lo Nazio­na­le con­di­vi­so di rego­la­zio­ne del­le misu­re di con­tra­sto e il con­te­ni­men­to del­la dif­fu­sio­ne del virus COVID-19, e dal­la nor­ma­ti­va di leg­ge in mate­ria che impe­di­sce al dato­re di lavo­ro di svol­ge­re accer­ta­men­ti diret­ti sull’idoneità e sul­la infer­mi­tà per malat­tia o infor­tu­nio del lavo­ra­to­re dipen­den­te e che per­tan­to tali con­trol­li pos­so­no esse­re svol­ti sol­tan­to attra­ver­so i ser­vi­zi ispet­ti­vi e gli isti­tu­ti pre­vi­den­zia­li pre­po­sti (Art.5, comma3, leg­ge n. 300/1970 e Art.41, D.Lgs. n. 81/2008), si sof­fer­ma sull’opportunità che il MEDICO COMPETENTE sia coin­vol­to ad iden­ti­fi­ca­re i SOGGETTI PIÙ A RISCHIO (FRAGILI) di un even­tua­le con­ta­gio da COVID-19, in quan­to in base allo stu­dio dei dati epi­de­mio­lo­gi­ci è sta­to dimo­stra­to che la gra­vi­tà e l’esi­to del­la pato­lo­gia, in caso di infe­zio­ne da Coro­na­vi­rus, sono influen­za­ti dal­la pre­sen­za di alcu­ne malat­tie cro­ni­co­de­ge­ne­ra­ti­ve e dall’età dell’individuo contagiato.
La fra­gi­li­tà di un lavo­ra­to­re quin­di – secon­do la cir­co­la­re - deve esse­re indi­vi­dua­ta nel­le sue con­di­zio­ni di salu­te rispet­to alle pato­lo­gie pre­e­si­sten­ti che potreb­be­ro deter­mi­na­re, in caso di con­ta­gio, com­pli­can­ze gra­vi o infer­mi­tà per il lavo­ra­to­re coin­vol­to. Ma ciò non costi­tui­sce un ele­men­to suf­fi­cien­te per defi­ni­re un livel­lo di fra­gi­li­tà per fascia di età, men­tre la pre­sen­za di co-mor­bi­li­tà asso­cia­ta alla fascia di età del lavo­ra­to­re con­sen­te di sta­bi­li­re qua­li sia­no i sog­get­ti più a rischio.
Le sud­det­te, però, sono valu­ta­zio­ni – dice la Cir­co­la­re — che SOLO UN MEDICO PUÒ EFFETTUARE, in quan­to sono dif­fe­ren­ti per ogni lavo­ra­to­re, essen­do atti­nen­ti al qua­dro cli­ni­co di ognuno.
Trat­ta­si di gesti­re infor­ma­zio­ni sot­to­po­ste a riser­va­tez­za dei dati per­so­na­li che il dato­re di lavo­ro non dovreb­be cono­sce­re com­piu­ta­men­te e che il medi­co com­pe­ten­te potrà for­nir­gli sol­tan­to attra­ver­so l’indi­ca­zio­ne che il sog­get­to sia o meno ido­neo all’espletamento del­la man­sio­ne asse­gna­ta.
PERTANTO OCCORRE:
a) Atti­va­re il ser­vi­zio di sorveglianza:
Nel­la Cir­co­la­re è indi­ca­to che, in pre­sen­za di malat­tie con scar­so com­pen­so cli­ni­co (come ad esem­pio malat­tie vasco­la­ri, respi­ra­to­rie, meta­bo­li­che ecc.), a tut­ti i lavo­ra­to­ri deve esse­re assi­cu­ra­ta la pos­si­bi­li­tà di richie­de­re al dato­re di lavo­ro l’attivazione di ade­gua­te misu­re di sor­ve­glian­za sani­ta­ria, in ragio­ne dell’esposizione al rischio da coronavirus.
Le richie­ste dei lavo­ra­to­ri cor­re­da­te del­la rela­ti­va docu­men­ta­zio­ne medi­ca affe­ren­te la pato­lo­gia dia­gno­sti­ca­ta, dovran­no esse­re rivol­te al medi­co com­pe­ten­te, nel rispet­to del­la riser­va­tez­za dei dati personali.
b) Dato­ri di lavo­ro non tenu­ti alla nomi­na del medi­co competente:
I dato­ri di lavo­ro che NON sono tenu­ti alla nomi­na del medi­co com­pe­ten­te potran­no comun­que pro­ce­de­re alla nomi­na di que­sta figu­ra oppu­re potran­no invia­re il lavo­ra­to­re a visi­ta pres­so enti pub­bli­ci isti­tu­ti spe­cia­liz­za­ti di dirit­to pub­bli­co tra i quali:
• L’INALIL;
• Le AUSL;
• I dipar­ti­men­ti di medi­ci­na lega­le e del lavo­ro del­le università.
In ogni caso, il dato­re di lavo­ro è tenu­to a for­ni­re al medi­co inca­ri­ca­to di emet­te­re il giu­di­zio di ido­nei­tà, una descri­zio­ne det­ta­glia­ta del­la man­sio­ne svol­ta dal lavo­ra­to­re del­la posta­zio­ne in cui ope­ra e la rela­ti­va valu­ta­zio­ne del rischio bio­lo­gi­co da Coro­na­vi­rus.
c) Valu­ta­zio­ne del medico:
Il medi­co inca­ri­ca­to, valu­ta­to il qua­dro cli­ni­co, la man­sio­ne ed il con­te­sto in cui la stes­sa vie­ne svol­ta potrà for­ni­re:
• un giu­di­zio di ido­nei­tà, oppu­re
• un giu­di­zio di ido­nei­tà for­nen­do indi­ca­zio­ni per l’adozione di misu­re cau­te­la­ti­ve per la tute­la del­la salu­te del lavoratore.
Solo qua­lo­ra non sia­no con­sen­ti­te solu­zio­ni alter­na­ti­ve il medi­co emet­te­rà un giu­di­zio di non ido­nei­tà temporanea”.
In base all’andamento epi­de­mio­lo­gi­co, resta fer­ma la neces­si­tà di ripe­te­re perio­di­ca­men­te la visi­ta del dipen­den­te.
d) Rac­co­man­da­zio­ni per le visi­te mediche:
La cir­co­la­re invi­ta, lad­do­ve pos­si­bi­le, ad effet­tua­re le visi­te pres­so l’infermeria azien­da­le o altro ambien­te ido­neo di ade­gua­ta metra­tu­ra atto a con­sen­ti­re il distan­zia­men­to tra il medi­co ed il lavoratore.
Le visi­te dovran­no esse­re pro­gram­ma­te al fine di evi­ta­re assem­bra­men­ti code di atte­sa e dovran­no esse­re effet­tua­te nel rispet­to dei pro­to­col­li di igie­ne pre­vi­sti per tali ope­ra­zio­ni, fornendo
pre­ven­ti­va­men­te ai lavo­ra­to­ri le neces­sa­rie indi­ca­zio­ni di carat­te­re igie­ni­co-sani­ta­rio (lavag­gio mani, masche­ri­na, distan­zia­men­to), segna­lan­do di non pre­sen­tar­si alla visi­ta in caso di feb­bre o
sin­to­mi respi­ra­to­ri anche lie­vi.
In rela­zio­ne all’andamento epi­de­mio­lo­gi­co ter­ri­to­ria­le e pre­via valu­ta­zio­ne del medi­co inca­ri­ca­to, sono anco­ra dif­fe­ri­bi­li:
- Le visi­te medi­che periodiche;
- Le visi­te medi­che di ces­sa­zio­ne del rap­por­to di lavo­ro (art.41, comma1, let­te­ra e) del D.Lgs n. 81/2008.
Dovrà altre­sì esse­re valu­ta­ta con cau­te­la l’esecuzione di alcu­ni esa­mi stru­men­ta­li che pos­so­no espor­re al rischio con­ta­gio da COVID-19 (ad esem­pio la spi­ro­me­tria) qua­lo­ra non pos­so­no essere
effet­tua­ti in ambien­ti ido­nei e con ade­gua­ti dispo­si­ti­vi di protezione.

Nel ricor­da­re che, ai sen­si del­la pre­det­ta cir­co­la­re, tali pre­scri­zio­ni diven­ta­no obbli­ga­to­rie a richie­sta del lavo­ra­to­re inte­res­sa­to il qua­le deve pro­dur­re ido­nea docu­men­ta­zio­ne medi­ca, si rac­co­man­da comun­que ai dato­ri di lavo­ro di atti­var­si in tal sen­so e di con­tat­ta­re il loro medi­co azien­da­le com­pe­ten­te o, nel caso non sia sta­to nomi­na­to, di met­ter­si in con­tat­to con uno degli enti sopra indi­ca­ti affin­ché for­ni­sca un medi­co com­pe­ten­te.