“E’ oppor­tu­no che l’Italia rece­pi­sca ed appli­chi quan­to pri­ma e nel miglio­re modo pos­si­bi­le la nuo­va diret­ti­va comu­ni­ta­rie con­tro le pra­ti­che slea­li nell’agroalimentare”. Ha com­men­ta­to così Con­fa­gri­col­tu­ra la pub­bli­ca­zio­ne sul­la Gaz­zet­ta Uffi­cia­le del­la UE del­la diret­ti­va (UE) 2019/633, espri­men­do sod­di­sfa­zio­ne per il rapi­do iter che ha por­ta­to ad appro­va­re il testo pra­ti­ca­men­te in un solo anno.

“C’è tem­po sino a 1 mag­gio 2021 per vara­re i prov­ve­di­men­ti di rece­pi­men­to del­la diret­ti­va che devo­no entra­re in vigo­re non più tar­di di 1 novem­bre 2021 – ha pro­se­gui­to l’organizzazione degli impren­di­to­ri agri­co­li – ma pos­sia­mo e dob­bia­mo fare pri­ma. Que­sta è l’occasione per un rea­le enfor­ce­ment del­le dispo­si­zio­ni nazio­na­li di con­tra­sto alle pra­ti­che slea­li nell’agroalimentare che l’Italia ha defi­ni­to ed ha in vigo­re già da tem­po. Dispo­si­zio­ni che potran­no senz’altro esse­re rese più effi­ca­ci intro­du­cen­do le novi­tà del­la diret­ti­va ma anche pre­ve­den­do dispo­si­zio­ni che vada­no al di là di quel­le europee”.

“I temi del­la tute­la del­la riser­va­tez­za e la pos­si­bi­li­tà di pre­sen­ta­re le denun­ce di pra­ti­che slea­li da par­te del­le orga­niz­za­zio­ni di rap­pre­sen­tan­za dei for­ni­to­ri sono ad esem­pio due inte­res­san­ti prin­cì­pi intro­dot­ti dal­la diret­ti­va – ha osser­va­to Con­fa­gri­col­tu­ra-. Ma si può anche inter­ve­ni­re, come si sta già ten­tan­do in Par­la­men­to, per miglio­ra­re la lot­ta alla ven­di­ta sot­to­co­sto, un tema che la diret­ti­va non ha inte­so affron­ta­re ma che l’Italia ha inve­ce già defi­ni­to come pra­ti­ca sleale”.

“Auspi­chia­mo quin­di che si avvii quan­to pri­ma il can­tie­re per il rece­pi­men­to ed il miglio­ra­men­to del­le dispo­si­zio­ni con­tro le pra­ti­che slea­li; un lavo­ro per il qua­le Con­fa­gri­col­tu­ra è sin d’ora pron­ta a for­ni­re il suo con­tri­bu­to nell’interesse del­le imprese”.