PISTOIA-MONTECATINI-PRATO-EMPOLI — Martedì 26 Febbraio 2019
Francesco Mati, presidente del distretto dopo i dati dell’Arpat: «Abbiamo già chiesto di poter utilizzare gli agro-farmaci»
Allarme glifosato, vivaisti pronti all’azione
«Ma ora serve un approccio scientifico»
Pistoia. «Nessuno più di noi ha a cuore l’ambiente». Francesco Mati, il presidente del distretto rurale vivaistico-ornamentale, risponde con un messaggio forte e chiaro all’allarme lanciato dall’Arpat sulle criticità delle acque dei fiumi e dei torrenti della Provincia.La presenza di residui di erbicidi, funghicidi e insetticidi (con livelli oltre lo standard rilevate in 9 delle 16 stazioni controllate), del tristemente noto glisofato, però, non sono una sorpresa. Non potrebbero esserlo. «L’allarme — prosegue Mati — era già scattato nel 2018, coi dati del 2016. Oggi si parla di quelli del 2017, quindi rilevamenti compiuti un anno prima rispetto alla pubblicazione del penultimo report. Insomma, era difficile ipotizzare che in 12 mesi la situazione sarebbe cambiata da sola». Diverso il discorso potrebbe essere fra un anno, però, perché il distretto non è stato a guardare. «Come vivaisti ci siamo mossi da tempo e abbiamo intensificato gli sforzi dopo i dati del 2016. Già dall’anno scorso, ad esempio, c’è un dialogo costante con la Regione. Di sicuro non manca il nostro impegno a livello ambientale. Che vale per l’aria che respiriamo come per le acque».Disponibilità totale, insomma, e non solo nei confronti delle istituzioni. Ma anche passaggi concreti. «Da parte mia — aggiunge ancora Mati — come presidente sono disposto a parlare della situazione con chiunque senta il problema, con chi è preoccupato per quello che legge. Inoltre abbiamo già fatto presenti alcune nostre richieste alla commissione ambiente del Senato. In particolare abbiamo chiesto e chiediamo ancora la possibilità di utilizzare agro-farmaci, che hanno un impatto diverso sull’ambiente. In questo momento sono consentiti per il comparto alimentare, non per quello vivaistico».Proprio sull’utilizzo dei prodotti, poi, si concentra il discorso del presidente del distretto. Che, anche in questo caso, non si nasconde ma anzi chiede chiarezza. «A nostro avviso esiste un solo tipo di approccio a questo problema — sottolinea Mati — e non può che essere un approccio scientifico. Scientifico e rigoroso. Bisogna assumere una credibilità che sia al di sopra di ogni sospetto, che spazzi via ogni possibile dubbio. Non si può correre dietro agli studi improvvisati di qualsiasi laboratorio artigianale che oggi dice una cosa e domani il contrario. Serve il lavoro di professionisti riconosciuti, con pubblicazioni alle spalle. Altrimenti non se ne esce».Il problema c’è, insomma, e c’è anche la volontà di affrontarlo. Nel modo giusto. «In Italia ha preso campo un’ignoranza trasversale che non aiuta. I social — conclude — veicolano messaggi sbagliati, che seminano solo dubbi: “i vivaisti contro l’ambiente”, “i vivaisti evasori fiscali”. Noi, invece, siamo pronti a fare la nostra parte. Come sempre».
PISTOIA-MONTECATINI-PRATO-EMPOLI — Martedì 26 Febbraio 2019
Prevede nuovi alberi da piantare (in aree indicata dagli enti) per chi costruisce o ristruttura I primi interventi già previsti sulle strade e nelle scuole
Il verde urbano si costruisce
con il piano della Provincia
PISTOIA. Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese diventata il simbolo della lotta per l’ambiente, probabilmente ne sarà felice. Lei è iniziato da ragazzina a sedersi, ogni settimana, davanti al parlamento di Stoccolma per chiedere fatti concreti. E la risposta, ora, arriva da Pistoia. Dalla Provincia, in particolare, che col distretto rurale vivaistico ornamentale ha elaborato un progetto per la pianificazione del verde. Un protocollo che, come rivela il presidente Rinaldo Vanni, è nato da un’idea precisa: darsi una mossa.E la mossa ha l’obiettivo di migliorare il verde e la qualità dell’ambiente con più alberi nelle aree pubbliche. «In sostanza — spiega lo stesso Vanni — al momento di una trasformazione edilizia, o di una nuova struttura, privati o enti interessati pianteranno nuovi alberi in aree indicate dalla Provincia o dai Comuni. Non sarà necessariamente un costo aggiuntivo, perché può essere mitigato dalla quota verde degli oneri di urbanizzazione, ma avrà una valenza economica perché coinvolgerà anche le aziende del territorio. Il chilometro zero non può essere solo a livello agro-alimentare».Più verde e più lavoro, insomma. Un piano perfetto. «La bozza per il protocollo parte dal piano territoriale del verde di area vasta — spiega Renato Ferretti, dirigente della Provincia di Pistoia — si tratta di linee di indirizzo per la realizzazione dei progetti. Nel quale è indicato anche il periodo di vita degli alberi per le sostituzioni. Sulle strade che gestiamo, ad esempio, è già previsto un intervento della Provincia». E altri arriveranno presto nelle scuole. Intervento diretto, in questo caso. Mentre a livello urbanistico il protocollo dovrà essere fatto proprio dai Comuni. «Ognuno troverà le sue modalità — chiosa Vanni — ma pensiamo che nessuno si tiri indietro davanti a questo protocollo che riteniamo utile per ambiente, economia, e immagine stessa del nostro territorio».Temi cari anche a Francesco Mati, presidente del ditretto rurale vivaistico ornamentale, che ha preso parte direttamente alla stesura del protocollo. «Questo documento — spiega — è il punto di partenza per una nuova visione del verde pubblico. Da anni lamentiamo di essere indietro rispetto ad alcuni standard europei, ora Pistoia fa un grande passo avanti. Dal punto di vista vivaistico è il primo passo verso una produzione on demand, su richiesta. Quindi più sostenibile finanziariamente e per l’ambiente. Una novità, insomma, che fa bene a tutti».Certo molto dipenderà da quanti enti e quanti privati aderiranno. Ma i costi, sgravi a parte, non sono impossibili. Appoggiandosi sulle aziende del territorio il prezzo per piantare un albero già strutturato si aggirano sui 200, 250 euro. Ma prendersi cura dell’ambiente non ha prezzo. «E noi — conclude Vanni — siamo orgogliosi di aver gettato la pietra nello stagno».