“Il set­to­re agroa­li­men­ta­re ita­lia­no ha biso­gno di mer­ca­ti aper­ti per con­ti­nua­re a   cre­sce­re e ad affer­mar­si a livel­lo mon­dia­le. Con la cri­si del siste­ma mul­ti­la­te­ra­le non c’è altra stra­da che quel­la degli accor­di com­mer­cia­li basa­ti sugli stan­dard euro­pei in mate­ria di sicu­rez­za ali­men­ta­re, tute­la del lavo­ro e pro­te­zio­ne del­le risor­se naturali”.

E’ la dichia­ra­zio­ne rila­scia­ta dal pre­si­den­te del­la Con­fa­gri­col­tu­ra, Mas­si­mi­lia­no Gian­san­ti, alla vigi­lia dell’entrata in vigo­re, doma­ni 1 feb­bra­io, dell’accordo di par­te­na­ria­to eco­no­mi­co tra Unio­ne euro­pea e Giappone.

“L’intesa con il Giap­po­ne – ha pro­se­gui­to Gian­san­ti — offre impor­tan­ti oppor­tu­ni­tà di cre­sci­ta per le espor­ta­zio­ni agroa­li­men­ta­ri degli Sta­ti mem­bri, gra­zie alla sop­pres­sio­ne dei dazi sull’85% dei pro­dot­ti desti­na­ti al mer­ca­to nipponico”.

Secon­do le sti­me ela­bo­ra­te dal­la Com­mis­sio­ne, l’export di set­to­re dell’Unione potreb­be addi­rit­tu­ra rad­dop­pia­re rispet­to all’attuale livel­lo, che è di cir­ca 6 miliar­di di euro l’anno.

Con­fa­gri­col­tu­ra ricor­da i prin­ci­pa­li ele­men­ti dell’accordo UE – Giappone.

Saran­no eli­mi­na­ti i dazi sul­le espor­ta­zio­ni di vino. Attual­men­te, si atte­sta­no attor­no al 15% in media, con un esbor­so a cari­co degli ope­ra­to­ri dell’Ue di oltre 130 milio­ni di euro. Anche per mol­ti for­mag­gi le vigen­ti tarif­fe doga­na­li (nell’ordine del 30 per cen­to) saran­no sop­pres­se. Per alcu­ni for­mag­gi fre­schi, tra i qua­li la moz­za­rel­la, è sta­ta con­cor­da­ta una quo­ta di espor­ta­zio­ni a dazio zero. Al riguar­do il pre­si­den­te di Con­fa­gri­col­tu­ra ha sot­to­li­nea­to che il Giap­po­ne è il pri­mo acqui­ren­te mon­dia­le di formaggi.

E’ pre­vi­sta l’esenzione tarif­fa­ria per le espor­ta­zio­ni dell’UE di car­ni sui­ne trasformate.

I dazi saran­no eli­mi­na­ti, sia pure pro­gres­si­va­men­te, su una serie di pro­dot­ti tra­sfor­ma­ti espor­ta­ti dal­la Ue sul mer­ca­to giap­po­ne­se, tra i qua­li la pasta, le pro­du­zio­ni dell’industria dol­cia­ria, i pro­dot­ti a base di pomodori.

Per quan­to riguar­da il capi­to­lo del­le indi­ca­zio­ni geo­gra­fi­che e di qua­li­tà, l’accordo di par­te­na­ria­to eco­no­mi­co assi­cu­ra la pro­te­zio­ne sul mer­ca­to giap­po­ne­se di 45 pro­du­zio­ni ita­lia­ne, tra le qua­li quel­le effet­ti­va­men­te pre­sen­ti e affer­ma­te sul mer­ca­to nip­po­ni­co. “Una cifra impor­tan­te, ma che dob­bia­mo aumen­ta­re, così come con­sen­ti­to dall’intesa. Non si trat­ta di un nume­ro chiu­so”, ha sot­to­li­nea­to Giansanti.