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COMUNICATO STAMPA

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Roma, 14 mar­zo 2019

 

 

BREXIT, GIANSANTI (CONFAGRICOLTURA): “MONDO AGRICOLO EUROPEO COMPATTO CONTRO UN RECESSO SENZA REGOLE”

 

Gli acqui­sti di pro­dot­ti agroa­li­men­ta­ri del Regno Uni­to dagli altri Sta­ti mem­bri dell’Unione ammon­ta­no a 41 miliar­di di euro l’anno, di cui cir­ca 3,4 miliardi
in arri­vo dall’Italia

 

“Dai con­tat­ti che abbia­mo avu­to negli ulti­mi tem­pi è risul­ta­to che il mon­do agri­co­lo euro­peo con­si­de­ra asso­lu­ta­men­te nega­ti­va la pro­spet­ti­va di un reces­so sen­za rego­le del Regno Uni­to dal­la UE. Anche per l’Associazione degli agri­col­to­ri bri­tan­ni­ci la ‘hard Bre­xit’ avreb­be con­se­guen­ze deva­stan­ti per il set­to­re”. Lo sot­to­li­nea il pre­si­den­te di Con­fa­gri­col­tu­ra, Mas­si­mi­lia­no Gian­san­ti, in vista del voto odier­no, a Lon­dra, alla Came­ra dei Comu­ni sul­la richie­sta di pro­ro­ga del­la data, il 29 mar­zo, fis­sa­ta per la “Bre­xit”.

 

“Spet­ta alle Isti­tu­zio­ni del Regno Uni­to indi­ca­re con asso­lu­ta chia­rez­za il per­cor­so uti­le a supe­ra­re la con­fu­sa situa­zio­ne di que­sti gior­ni — aggiun­ge Gian­san­ti -. A Bru­xel­les, però, il Con­si­glio euro­peo dovreb­be pren­de­re in con­si­de­ra­zio­ne la pos­si­bi­li­tà di una pro­ro­ga pro­lun­ga­ta, per supe­ra­re la situa­zio­ne di incer­tez­za che pesa sui cit­ta­di­ni e sul­le impre­se. Inol­tre, si avreb­be il tem­po per tro­va­re un’intesa sul­le futu­re rela­zio­ni com­mer­cia­li tra l’Unione e il Regno Unito”.

 

Con­fa­gri­col­tu­ra ricor­da che gli acqui­sti di pro­dot­ti agroa­li­men­ta­ri del Regno Uni­to dagli altri Sta­ti mem­bri dell’Unione ammon­ta­no a 41 miliar­di di euro l’anno, di cui cir­ca 3,4 miliar­di in arri­vo dall’Italia.

 

“Nel­la pro­spet­ti­va di un reces­so sen­za rego­le – pro­se­gue il pre­si­den­te di Con­fa­gri­col­tu­ra – il gover­no di Lon­dra ha annun­cia­to ieri una mano­vra che pre­ve­de sostan­zia­li ridu­zio­ni del­le tarif­fe sul­le impor­ta­zio­ni di pro­dot­ti agroalimentari”.

 

Il testo è par­ti­co­lar­men­te lun­go (1.500 pagi­ne) e com­ples­so. Quin­di è pos­si­bi­le for­mu­la­re solo una valu­ta­zio­ne di mas­si­ma. Tut­ta­via, sem­bra che la scel­ta del gover­no bri­tan­ni­co sia quel­la di favo­ri­re le impor­ta­zio­ni dai Pae­si ter­zi rispet­to a quel­le dei restan­ti 27 Sta­ti mem­bri. Con il risul­ta­to di pro­vo­ca­re for­ti distor­sio­ni sul mer­ca­to dell’Unione, tali da ren­de­re indi­spen­sa­bi­le il varo di un pia­no straor­di­na­rio, di cui abbia­mo già discus­so con la Com­mis­sio­ne UE, di aiu­ti a favo­re degli agricoltori.

 

“La solu­zio­ne pre­fe­ri­bi­le – con­clu­de Gian­san­ti – resta quel­la del­la rati­fi­ca defi­ni­ti­va dell’accordo di reces­so e del­la dichia­ra­zio­ne sul­le futu­re rela­zio­ni com­mer­cia­li, frut­to di inten­se trat­ta­ti­ve dura­te due anni. In alter­na­ti­va, un perio­do ade­gua­to di pro­ro­ga assi­cu­re­reb­be una mag­gio­re tute­la del ‘Made in Ita­ly’ agroa­li­men­ta­re e del­le nostre indi­ca­zio­ni geo­gra­fi­che e di qualità”.