Il pre­si­den­te di Con­fa­gri­col­tu­ra Pisto­ia chie­de alla Regio­ne aiu­ti per i vivai­sti del distretto

Ok i risto­ri ai flo­ri­col­to­ri, ma il vivai­smo pisto­ie­se è sta­to abban­do­na­to e neces­si­ta liquidità

Rober­to Orlan­di­ni: i vivai non han­no potu­to chiu­de­re, man­te­nen­do i livel­li di occu­pa­zio­ne, anche nel­le set­ti­ma­ne in cui ven­di­te ed espor­ta­zio­ni era­no crol­la­te, e han­no biso­gno di soste­gno per con­tra­sta­re la con­cor­ren­za stra­nie­ra che ha rice­vu­to ingen­ti aiu­ti di sta­to. Con­fa­gri­col­tu­ra Pisto­ia ricor­da che il distret­to vivai­sti­co pisto­ie­se è il com­par­to del flo­ro­vi­vai­smo tosca­no di gran lun­ga più vota­to all’export, il nostro bigliet­to da visi­ta, e ha ini­zia­to un per­cor­so vir­tuo­so, ma costo­so, di inve­sti­men­ti in soste­ni­bi­li­tà e inno­va­zio­ne che ha biso­gno del­le gran­di azien­de e rischia di inter­rom­per­si sen­za inter­ven­ti ad hoc di tipo non assistenziale.

«Non sia­mo sod­di­sfat­ti per il trat­ta­men­to subi­to sino­ra dal com­par­to vivai­sti­co orna­men­ta­le pisto­ie­se da par­te del­la Regio­ne in rela­zio­ne all’emergenza eco­no­mi­ca cau­sa­ta dall’epidemia del Coro­na­vi­rus. Non è anco­ra arri­va­to infat­ti nes­sun aiu­to, nono­stan­te che i cali del­le ven­di­te sia­no sta­ti pesan­ti, men­tre i costi sono rima­sti inal­te­ra­ti, anzi cre­sciu­ti per far spa­zio alle pian­te inven­du­te, e i vivai­sti del Distret­to pisto­ie­se han­no man­te­nu­to i livel­li di occu­pa­zio­ne sen­za qua­si far ricor­so agli ammor­tiz­za­to­ri socia­li. Abbia­mo comun­que apprez­za­to i risto­ri regio­na­li alla flo­ri­col­tu­ra, ai pro­dut­to­ri di fio­ri e fron­de recisi».
A dichia­rar­lo è il pre­si­den­te di Con­fa­gri­col­tu­ra Pisto­ia Rober­to Orlan­di­ni, che chie­de con for­za un imme­dia­to inter­ven­to del­la Regio­ne Tosca­na a soste­gno anche dei pro­dut­to­ri di pian­te da ester­no, i pol­mo­ni ver­di del­le nostre cit­tà, che oltre­tut­to con i buchi di bilan­cio pro­vo­ca­ti dall’epidemia da Covid-19 nel­le ammi­ni­stra­zio­ni comu­na­li ita­lia­ne vedran­no vero­si­mil­men­te restrin­ger­si anche le pro­spet­ti­ve che si sta­va­no apren­do ulti­ma­men­te sul fron­te del­le rifo­re­sta­zio­ni urbane.
La pre­oc­cu­pa­zio­ne di Rober­to Orlan­di­ni è pri­ma di tut­to eco­no­mi­ca: «i vivai­sti non han­no mai potu­to smet­te­re di lavo­ra­re: il vivai­smo ha tenu­to aper­to in que­sto perio­do, per­ché le pian­te come gli ani­ma­li van­no cura­te. E quan­do non si ven­de resta­no solo i costi. Non si capi­sce per­ché, men­tre giu­sta­men­te sono sta­te stan­zia­te sov­ven­zio­ni per i flo­ri­col­to­ri, non sia sta­to deci­so nes­sun soste­gno ai vivai­sti, che han­no ades­so pro­ble­mi di liqui­di­tà. Biso­gna chia­ri­re che nei vivai non si può a un cer­to pun­to ridur­re i costi pro­du­cen­do di meno. No, i costi nei vivai, con i loro cicli pro­dut­ti­vi plu­rien­na­li, resta­no sem­pre». «I vivai – insi­ste Orlan­di­ni — non poten­do chiu­de­re, han­no man­te­nu­to i livel­li di occu­pa­zio­ne assu­men­do­se­ne gli one­ri nono­stan­te che le ven­di­te e le espor­ta­zio­ni sia­no crol­la­te in un perio­do cru­cia­le dell’anno. Quin­di chie­dia­mo che ven­ga­no aiu­ta­ti, anche in con­si­de­ra­zio­ne del fat­to che sono l’ossatura dell’economia pistoiese».
«Inol­tre – osser­va il pre­si­den­te di Con­fa­gri­col­tu­ra Pisto­ia — non va dimen­ti­ca­to il rischio che, sen­za ade­gua­ti soste­gni finan­zia­ri, subia­mo l’ingresso in dum­ping dei pro­dot­ti vivai­sti­ci di Pae­si este­ri che han­no rice­vu­to note­vo­li aiu­ti di sta­to e che ciò por­ti a una per­di­ta di com­pe­ti­ti­vi­tà e di quo­te di mer­ca­to. Sen­za dimen­ti­ca­re che il tipo di col­ti­va­zio­ne del distret­to vivai­sti­co pisto­ie­se ha un’impronta sull’ambiente che è posi­ti­va, e non è nega­ti­va come nel­la mag­gior par­te dei set­to­ri pro­dut­ti­vi. Quin­di andreb­be soste­nu­ta anche dal pun­to di vista dell’utilità ambien­ta­le e di con­tra­sto al cam­bia­men­to climatico».
Ecco in sin­te­si le moti­va­zio­ni di que­sto appel­lo per il vivai­smo orna­men­ta­le di Con­fa­gri­col­tu­ra Pisto­ia, che pre­fe­ri­reb­be come soste­gno regio­na­le «poter acce­de­re a finan­zia­men­ti a tas­so 0 o cal­mie­ra­ti, gra­zie a un siste­ma di garan­zie misto (ad esem­pio Fidi Tosca­na più Ismea ecc.), con resti­tu­zio­ne in 10 anni e 2 di pre-ammortamento»:

  • Il vivai­smo duran­te il loc­k­do­wn ha man­te­nu­to il livel­lo occu­pa­zio­na­le al 100% con uti­liz­zo degli ammor­tiz­za­to­ri intor­no al 5%, sia per la manu­ten­zio­ne dei vivai che per la crea­zio­ne di nuo­vi spa­zi per le pian­te inven­du­te, gene­ran­do così dei costi plu­rien­na­li imprevisti.
  • I gran­di risto­ri in cer­ti Pae­si euro­pei, in par­ti­co­la­re l’Olanda, dove sono sta­ti ero­ga­ti 600 mln di euro, pos­so­no crea­re le con­di­zio­ni per pra­ti­che di dum­ping ai dan­ni del nostro vivai­smo. Va ricor­da­to infat­ti che se gli olan­de­si sono lea­der euro­pei nel­la flo­ri­col­tu­ra, non sono assen­ti nel­la pro­du­zio­ne di pian­te da ester­no, nel­la qua­le però i pisto­ie­si anco­ra pri­meg­gia­no. Ed è que­sta la tipo­lo­gia di pro­dot­ti vivai­sti­ci di cui c’è più doman­da sui mer­ca­ti, in par­ti­co­la­re da par­te dell’utenza gio­va­ni­le, in rela­zio­ne a un cre­scen­te trend ambien­ta­li­sta e di con­tra­sto al cam­bia­men­to climatico.
  • Anche in que­sti mesi il vivai­smo pisto­ie­se, di cui è già sta­to ampia­men­te dimo­stra­to l’impatto posi­ti­vo sul­la qua­li­tà dell’aria, ha con­ti­nua­to ad inve­sti­re in soste­ni­bi­li­tà (secon­do il pia­no sta­bi­li­to nel Pro­to­col­lo per la ridu­zio­ne dei fito­far­ma­ci con la Regio­ne Tosca­na), nel­la sele­zio­ne e col­ti­va­zio­ne di spe­cie più adat­te al cam­bia­men­to del cli­ma e in una logi­sti­ca più sicu­ra e meno disper­si­va di risor­se. Que­sto pro­ces­so è gui­da­to dal­le azien­de di mag­gio­ri dimen­sio­ni del distret­to, che tra­sci­na­no le altre e han­no biso­gno di capi­ta­li fre­schi, non di pic­co­li risto­ri di tipo assi­sten­zia­le, per anda­re avanti.
  • Il vivai­smo pisto­ie­se, con il suo export pari a ben oltre la metà del­la pro­du­zio­ne, è il bigliet­to da visi­ta green del nostro ter­ri­to­rio, con sul­lo sfon­do i pae­sag­gi dell’Italia, del­la Tosca­na e più in par­ti­co­la­re del­la pro­vin­cia di Pistoia.

In sin­te­si il vivai­smo ave­va ini­zia­to un per­cor­so vir­tuo­so che sicu­ra­men­te si bloc­che­rà se non met­te­re­mo il siste­ma impren­di­to­ria­le vivai­sti­co in con­di­zio­ne di rilan­cia­re da subi­to gli investimenti.