Nel mese di mar­zo il Regno Uni­to ha invia­to alla Com­mis­sio­ne la noti­fi­ca del­le misu­re tem­po­ra­nee che inten­de­va intro­dur­re per innal­za­re il livel­lo di garan­zia fito­sa­ni­ta­ria nel Paese.

La Com­mis­sio­ne euro­pea ha chie­sto al Regno Uni­to di rin­via­re imme­dia­ta­men­te l’adozione del­le misu­re rite­nen­do l’obbligo di esse­re accom­pa­gna­ti da una dichia­ra­zio­ne aggiun­ti­va per alcu­ni pro­dot­ti flo­ro­vi­vai­sti­ci in con­tra­sto con le dispo­si­zio­ni del rego­la­men­to (UE) 2031/2016 riguar­dan­ti gli spo­sta­men­ti di pian­te rego­la­men­ta­te all’interno dell’Unione. Nono­stan­te la richie­sta, il Regno Uni­to ha sta­bi­li­to l’entrata in vigo­re del­la rego­la­men­ta­zio­ne e la Com­mis­sio­ne ha evi­den­zia­to che le nuo­ve misu­re nazio­na­li “van­no oltre le pre­scri­zio­ni esi­sten­ti, non sono suf­fra­ga­te dai dati scien­ti­fi­ci più recen­ti e sono sproporzionate”.

La Com­mis­sio­ne ha viva­men­te rac­co­man­da­to agli Sta­ti mem­bri di non asse­con­da­re even­tua­li richie­ste del Ser­vi­zio fito­sa­ni­ta­rio bri­tan­ni­co con­nes­se con l’ap­pli­ca­zio­ne di tali dispo­si­zio­ni ed ha infor­ma­to che avreb­be prov­ve­du­to a chie­der­ne uffi­cial­men­te il riti­ro evi­den­zian­do che le misu­re sono spro­por­zio­na­te rispet­to al rischio indi­vi­dua­to e per­tur­ba­no gra­ve­men­te ed ex post il com­mer­cio del­le pian­te interessate.

Nel cor­so dell’ultimo Comi­ta­to fito­sa­ni­ta­rio per­ma­nen­te di Bru­xel­les — PAFF Com­mit­tee del 2 giu­gno scor­so – il Comi­ta­to ha for­ni­to pare­re posi­ti­vo in meri­to al testo del­la deci­sio­ne di ese­cu­zio­ne (UE) n. 758‑2020, con cui si chie­de al Regno Uni­to di adot­ta­re le dispo­si­zio­ni neces­sa­rie per con­for­mar­si alla legi­sla­zio­ne dell’UE entro il 20 giu­gno 2020.

La deci­sio­ne di ese­cu­zio­ne (all.1) è sta­ta pub­bli­ca­ta sul­la GUUE del 9 giu­gno scorso.

La Com­mis­sio­ne ha riba­di­to la neces­si­tà di una linea chia­ra ed uni­vo­ca a livel­lo comu­ni­ta­rio in con­tra­sto a ten­ta­ti­vi di irri­gi­di­re le con­di­zio­ni di libe­ra cir­co­la­zio­ne del­le pian­te anche nel mer­ca­to inter­no dove come noto è sta­to recen­te­men­te rin­no­va­to e raf­for­za­to l’inquadramento del­la nor­ma­ti­va fito­sa­ni­ta­ria. Il Ser­vi­zio Fito­sa­ni­ta­rio nazio­na­le ha deci­so, in linea con gli orien­ta­men­ti del­la Com­mis­sio­ne, di non dar segui­to alle richie­ste del Regno Uni­to e di atte­ner­si alle pre­scri­zio­ni del rego­la­men­to 2031/2016 e quin­di limi­tar­si alla richie­sta di pas­sa­por­to del­le piante.

In ogni caso, con­si­de­ra­to però che in base alla tem­pi­sti­ca attual­men­te pre­vi­sta il pros­si­mo 1 gen­na­io 2021 il Regno Uni­to non farà più par­te dell’Unione euro­pea, la Con­fe­de­ra­zio­ne rac­co­man­da di tene­re alta l’attenzione, anche nell’ambito dei nego­zia­ti in cor­so tra UE e Regno Uni­to, al fine di evi­ta­re la pos­si­bi­li­tà che si crei­no le con­di­zio­ni per instau­ra­re nuo­ve bar­rie­re fito­sa­ni­ta­rie a dan­no dei pro­dot­ti euro­pei allor­quan­do il Regno Uni­to sarà defi­ni­ti­va­men­te con­si­de­ra­to un Pae­se ter­zo e scon­giu­ra­re quin­di che il pro­ble­ma si ripresenti.